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COVID-19 I Test Sierologici fine a sé stessi o studi di ricerca?

COVID-19 | Test Sierologici fine a sé stessi o studi multicentrici di ricerca?
Lo chiediamo al Prof. Alessandro Baj

Professore ci può spiegare cos’è uno studio multicentrico?

La Buona Pratica Clinica (Good Clinical Practice (GCP) è uno standard internazionale di etica e qualità scientifica per progettare, condurre, registrare e relazionare gli studi clinici che coinvolgano soggetti umani.
Uno studio clinico effettuato seguendo un unico protocollo, esteso in più centri diffusi su più territori e, per questa ragione, condotto da più sperimentatori, è uno studio multicentrico.

Rispetto ad altri studi cos’ha in più uno studio multicentrico?

L’obiettivo della ricerca sanitaria non è il progresso scientifico e medico fine a se stesso, ma il miglioramento dell’assistenza, delle cure e dei servizi, con l’obiettivo finale di incrementare significativamente la salute dei cittadini e pertanto le loro aspettative, l’efficacia delle cure ricevute e conseguentemente la qualità della vita.

La possibilità di raccogliere una quantità di dati numericamente molto alti consente infatti di poter fare una statistica della ricerca che dia un risultato certo di conferma o smentita di quello che lo studio si propone di investigare. L’importanza di unire gli sforzi convogliandoli in una attività di ricerca multicentrica coesa e coerente permette un avanzamento clinico più rapido, più certo e sicuramente più efficace, acconsentendo così un notevole progresso nel raggiungimento degli obiettivi medici ai cui tende lo studio.

Quindi in base a ciò che ci ha spiegato questo progetto è applicabile anche al Covid-19?

Anche per il Covid -19 l’importanza di portare avanti, con possibili risultati interessanti, uno studio multicentrico è di facile comprensione e quindi, anche per questo motivo, l’Universtà degli Studi di Milano nel Dipartimento di Scienze Biomediche, ha creato diversi Protocolli multicentrici di studio e ricerca su questo virus. Un’acquisizione di dati coerenti tra loro, diffusi su territori molteplici e relativi ad una popolazione eterogenea potrà permettere, ai ricercatori che se ne occupano, di comprendere meglio questo virus “nuovo”, avere una molteplicità di dati, incrociabili tra loro, su cui fondare e sviluppare la ricerca, che nel caso specifico verrà direttamente applicata ai comportamenti e alle regole di protezione della popolazione.

 

Ma in sostanza quali sono le finalità di questo studio multicentrico sul Covid-19?

Le finalità di questo progetto, basato su test sierologici eseguiti sulla popolazione, sono:
– Garantire dati di studio ai ricercatori universitari che stanno lavorando su questa malattia
– Ottenere risposte più concrete su interrogativi ancora aperti in merito alla diffusione, letalità e contagiosità di questo virus
– Garantire percorsi più sicuri negli ambulatori medici e odontoiatrici
– Stendere linee e protocolli comportamentali, clinici e sociali basati su dati concreti
– Affrontare, nel futuro, con maggiore preparazione, la gestione del malato affetto da Covid-19
– Acconsentire al SSN una risposta più ordinata ed organica per questa malattia.

Ha menzionato i test sierologici, ci può dare una sua opinione in merito?

A mio avviso questo tipo di test è utilissimo per una serie di motivi:

1. Rappresenta una raccolta di dati, finalizzati alla ricerca, molto importanti e numericamente rilevanti a livello statistico. Tuttavia, perchè ci sia un risultato scientifico utile socialmente e scientificamente, oltre che individualmente, questi dati devono essere raccolti e quindi afferire a protocolli di ricerca medico-scientifica, infatti, diversamente, si rischia solo una dispersione inutile di dati che invece sono importantissimi nel momento in cui vengono analizzati e raccolti dai ricercatori con una finalità di ricerca medico scientifica producendo quindi utili ricadute anche di carattere sociale.

2. Non ha una invasività sul paziente, si realizza con un piccolissimo prelievo di sangue dal dito mediante una piccola puntura, il sangue viene analizzato nell’immediato, producendo rapidamente i dati da raccogliere.

3. É facilmente gestibile sul territorio capillarmente.

4. Consente l’ottenimento di risposte valide, con una media percentuale al di sopra del 90%, al paziente che si sottopone a questo test. L’importanza di questa mia ultima affermazione si lega anche al fatto che, gli studi fin qui svolti su questo nuovo virus, hanno già confermato che molte persone hanno o contratto la malattia senza avere alcun sintomo manifesto o hanno sviluppato sintomi molto blandi che quindi, per gli ovvi motivi di congestione sanitaria che abbiamo visto e vissuto, non hanno potuto essere registrati e valutati dai sanitari.

5. Incentiva l’importanza, per il singolo individuo, di “dare una mano” concreta alla ricerca medico scientifica. Infatti auspico che questa finalità possa progressivamente diventare una reazione intelligente a questo periodo appena trascorso, ma non ancora risolto, di gravissima sofferenza sociale, collettiva ed emotiva.

Prof. Alessandro Baj
*Professore Associato
Dip Scienze Biomediche,Chirurgiche e Odontostomatologiche Università degli Studi di Mlano
*Dirigente Medico di I Livello UOC di Chirurgia Maxillo-Facciale
IRCCS Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano
* Responsabile del Centro di Riferimento per la Chirurgia Oncologica, Plastica e Ricostrut- tiva testa e collo
IRCCS Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

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